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![]() LauraBom Utente registrato 05/04/2018 10:51:57 |
![]() non sono un'esperto di procedure giuridiche ma, se possibile, vorrei sapere in base a quale legge specifica sia stato possibile, nonostante ricorso al Garante per la protezione dei dati personali, non far valere i miei diritti riguardo risposta ad istanza di sbattezzo non pervenuta nei tempi indicati e comunque oltre 45 giorni di mancato recapito (neppure ho ricevuto comunicazione di ritardo entro i 15 giorni in cui avrei dovuto ricevere idoneo riscontro). L'istanza di sbattezzo era stata presentata a Città del Vaticano (essendo stata battezzata a San Pietro), e proprio per questo il mio procedimento non è potuto andare oltre, perchè è un altro Stato ed è stata questa la motivazione che mi hanno dato. Sorvolando il fatto che, secondo me, avrebbero dovuto già saperlo prima di farmi perdere tempo; in base a quale specifica legge o regolamento è possibile che con un ritardo simile non si possa procedere dato che, come da istanza inviata alla parrocchia, considero ogni dilazione come rifiuto di provvedere nel termine di legge (15 giorni, ai sensi dell'art. 146, comma 2, del D. lgsn. N. 196/2003) ed è da considerarsi ILLEGITTIMO. Cosa, quale legge "speciale" lo ha potuto rendere ammissibile? Ho cercato di essere chiara, spero si capisca. Ringrazio anticipatamente in caso di risposta. Grazie. |
![]() LauraBom Utente semplice 1 interventi 05/04/2018 12:01:05 | ![]() Dato che il Vaticano è Stato Estero, per la tutela dei diritti sulla privacy, vige il regolamento in materia dello Stato che ha effettuato il sacramento e a quanto pare non esiste privacy da quelle parti. E' corretto? |
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